I maccheroncini con fave e guanciale sono un primo con un legume fresco protagonista della stagione primaverile, le fave romanesche.
Le uniamo al guanciale croccante e al gustoso Pecorino romano per portare in tavola uno dei piatti tipici della tradizione laziale.
Author: candida de amicis
DIVIN MANGIANDO QUINTA EDIZIONE
La gara gastronomica ideata da Vittoria Tassoni, Divin Mangiando, è giunta alla sua quinta edizione.
La XVI edizione di DiVino Etrusco è tornata a Tarquinia dal 19 al 27 agosto 2022; la manifestazione è organizzata dal Comune di Tarquinia e dall’Associazione Viva Tarquinia in collaborazione con l’enogastronomo Carlo Zucchetti e con il sostegno di Regione Lazio, Arsial e Camera di Commercio.
LAZIO PREZIOSO 2020 : ARRIVA L’ANTEPRIMA
LAZIO PREZIOSO 2020 RINVIATO A DATA DA DESTINARSI
Cancellata l’iniziativa in programma domenica 1 marzo a Roma
La rivista Cucina & Vini, organizzatrice di Lazio Prezioso 2020, già in programma domenica 1 marzo presso il The Westin Excelsior Rome, annuncia che l’iniziativa è rinviata a data da destinarsi.
Di seguito la dichiarazione, con le motivazioni di tale scelta, di Francesco D’Agostino, direttore di Cucina &Vini:
“A malincuore annunciamo di aver deciso di rinviare la manifestazione Lazio Prezioso 2020, che era prevista per la giornata di domenica 1 marzo presso The Westin Excelsior Rome. Al di là dei fatti che attualmente vedono Roma relativamente coinvolta in termini di contagio, la non serenità di tutti ci porta a rinviare l’evento a un momento più sereno che auspichiamo arrivi al più presto”.
BEVIAMOCI SUD, IL I FESTIVAL DEI ROSSI DEL SUD ITALIA
BEVIAMOCI SUD, IL PRIMO FESTIVAL DEI GRANDI ROSSI DEL SUD ITALIA
Arriva a Roma, il 1° e il 2 di febbraio, la prima edizione di Beviamoci Sud,
il primo festival dei grandi rossi del Sud d’Italia.
Presso il Radisson Blu Hotel, attraverso banchi di assaggio e seminari tematici, operatori e appassionati di tutto il mondo potranno scoprire e degustare le eccellenze vinicole del sud nell’evento BEVIAMOCI SUD.
Dopo due edizioni di “Aglianico a Roma”, segnate da un grande successo di pubblico, l’agenzia Riserva Grande, Luciano Pignataro ed Andrea Petrini (Percorsi di Vino), hanno deciso di ampliare ulteriormente la sfida creando per la prima a volta in Roma il primo festival dei vini del Sud Italia che sarà suddiviso in due momenti, uno legato ai rossi e uno legato ai bianchi e rosati.
# OPENDAYS ALTE TERRE: DAL 10 FEBBRAIO DOMENICHE ALLA SCOPERTA DI SAPORI TIPICI E ANTICHE TRADIZIONI
OpenDays Alte Terre
# OpenDays Alte Terre. Dal canto a braccio dei pastori ai segreti della lavorazione a mano degli gnocchi di patate, saranno quattro domeniche a diretto contatto con le aziende del territorio per conoscere la cultura contadina, tra menu tematici, laboratori e visite guidate.
LAKE FISHING TASTE EXPERIENCE PRIMA EDIZIONE LAGO DEL TURANO
Autrici: Candida De Amicis e Sabrina Tocchio
Si è svolta il 24 settembre la prima edizione di LAKE FISHING TASTE EXPERIENCE, prima Edizione Lago del Turano – Una giornata dedicata al pesce d’acqua dolce e a tutta la filiera, dal pescato al cucinato – in collaborazione con il TURANO RESORT, sul Lago del Turano.
Spaghettoni con la colatura di alici, ricetta tradizionale di Anzio
Gli Spaghettoni con la colatura di alici, una ricetta buona e semplice della tradizione di Anzio, recuperata da Manaide, il laboratorio di conserve ittiche di Anzio.
La produzione della colatura di alici, ha origini lontane nel tempo. Vanta una nobile discendenza dal Garum, la salsa di pesce tanto amata dai Romani; Apicio, nel De re coquinaria, suggerisce in gran parte delle sue ricette, con la specifica funzione di salare le vivande.
Manaide: ad Anzio una tradizione antica
Manaide è un laboratorio artigianale di conserve di pesce che fa di sostenibilità, rispetto della biodiversità, recupero della tradizione antica, lavorazione artigianale e alta qualità i principi cardine.
Le navi romane del Lago di Nemi: si cerca la terza nave romana di Caligola
LE NAVI ROMANE DEL LAGO DI NEMI FORSE NON ERANO SOLO DUE: NEL LAGO SI CERCA LA TERZA NAVE FATTA COSTRUIRE DALL’IMPERATORE CALIGOLA.
Le navi romane del lago di Nemi costituiscono un esempio unico di imbarcazioni cerimoniali da parata, dei veri e propri palazzi galleggianti più che natanti veri e propri.
Le navi risalgono al periodo dell’imperatore Caligola (12-41 d.C.) e rappresentano un esempio importantissimo di tecnica navale romana.
Svetonio descrive le navi romane di Caligola nelle «Vite dei Cesari»: «Dieci file di remi, la poppa brillante di gioielli, ampi bagni, gallerie e saloni, sempre rifornite di gran varietà di viti e alberi da frutto»
Caligola aveva un profondo interesse per la marineria e una grande e capacità di avvalersi di tecnici competenti; la testimonianza più significativa sono proprio le due navi che l’imperatore fece costruire e ormeggiare nel lago di Nemi. Lunghe 70 metri e larghe 20 avevano funzione di Palazzo l’una e di nave cerimoniale l’altra. Caligola si ispirò a precedenti esempi di età ellenistica, le navi infatti sono considerate la naturale prosecuzione in età romana degli spettacolari Navigli descritti da Moschione – tecnico navale – e Callistino. Le navi romane di Nemi hanno senza dubbio la ricchezza fuor di misura dell’apparato decorativo della villa e del santuario costruiti sulla sponda del Lago, per questo realizzazioni pressoché ineguagliabili. Costruite in legno, accanto agli strumenti propri dell’ingegneria navale, sono stati recuperati arredi e suppellettili di lusso propri dell’architettura stabile dei palazzi e delle residenze di prestigio, erme bifronte e una transenna di bronzo, mosaici, colonne di marmi vari, lastre di terracotta figurata impiegate per decorare le pareti.
Per ospitare le due gigantesche navi imperiali di Caligola, recuperate nelle acque del bacino tra il 1929 e il 1931, venne costruito, tra il 1933 e il 1939 sulla riva settentrionale del lago, il MUSEO DELLE NAVI ROMANE di Nemi. Fu il primo museo in Italia e forse in Europa ad essere costruito in funzione del suo contenuto: due scafi delle misure rispettivamente di metri 71,30 x 20 e m 73 x 24.
Fu distrutto da un incendio nel 1944, lo stesso in cui andarono drammaticamente perdute le due navi cerimoniali, riaperto nel 1953 e poi chiuso nel 1962. Nel 1988 fu definitivamente riaperto con un nuovo allestimento in cui l’ala sinistra è dedicata alle navi. Sono esposti alcuni materiali scampati all’incendio, come la ricostruzione del tetto con tegole di bronzo, due ancore, il rivestimento della ruota di prua, attrezzature di bordo originali o ricostruite, (una noria, una pompa a stantuffo, un bozzello, una piattaforma su cuscinetti a sfera). Sono inoltre visibili due modelli delle navi in scala 1:5 e la ricostruzione in scala al vero dell’aposticcio di poppa della prima nave, su cui sono state posizionate le copie in bronzo delle cassette con protomi ferine. Inoltre è visibile un tratto di basolato romano inglobato nel museo, il clivus birbi, che da Ariccia conduceva al santuario di Diana.
L’incendio del museo, provocato dalle truppe tedesche in ritirata durante l’ultimo conflitto mondiale, ha distrutto uno degli esempi più completi di architettura navale. Non esistono fonti che parlano di un’opera così importante che sicuramente non passò inosservata, una “damnatio memoriae”che ha condannato Caligola e le sue opere all’oblio.
In questi giorni è stata avviata ufficialmente e alla presenza di molti giornalisti e autorità, una nuova ricerca di una ipotetica TERZA NAVE di CALIGOLA.
Il Sindaco Alberto Bertucci, il 5 Aprile, ha infatti dato il via ufficiale alla ricerca della terza nave romana di Caligola, alla presenza della Direttrice del Polo museale del Lazio Edith Gabrielli, di Luigi Dattola, geologo del Centro Geologia e Amianto dell’Arpacal, del Comandante della Guardia Costiera Roma e Provincia di stanza a Fiumicino Fabrizio Ratto Vaquer, del Nucleo subacquei dell’Arma dei Carabinieri, dell’architetto Giuliano Di Benedetti.
Qui tutte le foto.
Qui e qui i video di presentazione del progetto
Il Nucleo subacquei dell’Arma dei Carabinieri, scandaglierà per una settimana le acque del lago di Nemi alla ricerca della nave. Luigi Dattola, coordinerà la ricerca per cui verrano utilizzati un “side scan sonar” per realizzare la mappatura del fondale, e un “sub bottom profiler”, sistema che permette di identificare la sequenza litostratigrafica presente sul fondale e consente di ottenere profili fino a quattro metri al di sotto del fondale.
Nella seconda la fase si elaboreranno i dati per trovare elementi a sostegno della presenza della nave romana che potrebbe essere occultata da strati di limo e detriti. Se tracce dell’imponente nave non si trovassero, l’operazione avrà comunque permesso di eseguire una attenta analisi del fondale lacustre e la sua mappatura.
Abbiamo seguito in barca l’inizio della mappatura con il“side scan sonar”, fino al punto più profondo del lago, in cui si ipotizza che si trovi la terza nave.
L’ipotesi della presenza di una terza nave è sostenuta dall’architetto Giuliano Di Benedetti. Basandosi su documenti antichi, lo studioso ha trovato elementi che fanno pensare che Caligola fece costruire tre navi sul lago di Nemi. La terza imbarcazione, molto più grande delle altre due recuperate nel 1929 e poi distrutte nel 1944 dall’incendio del Museo delle Navi, sarebbe addossata alla costa del lago che “guarda a levante” cioè dalla parte opposta a quella dove furono rinvenute le altre due. Leon Battista Alberti la esplorò verso il 1460 con l’aiuto di esperti nuotatori genovesi. Gli allievi di Leonardo da Vinci, grazie ad una campana da lui ideata, nel 1512 riuscirono a scendere sott’acqua ed a vedere la nave. Le misure rilevate da l’ingegnere militare bolognese Francesco De Marchi nel 1535 e da Leonardo Bufalini erano notevolmente diverse da quelle delle due navi recuperate. Quindi – conclude l’architetto – la nave indicata da Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, Francesco De Marchi, Leonardo Bufalini e Annesio Fusco era un’altra, la terza. Molto più grande e posta ad oltre un chilometro di distanza dal punto in cui furono ritrovate le altre due.”
Qui L’architetto Di Benedetti ci illustra le foto dell’ipotetico fasciame della nave cercata.
Non resta, quindi, che aspettare i risultati dei rilevamenti eseguiti in questa settimana di ricerche, e se qualche nuovo indizio dovesse avvalorare l’affascinante tesi dell’architetto Di Benedetti, inizierà una fase “che potrà finalmente svelare la misteriosa leggenda della terza nave”, come sottolinea il Sindaco, Alberto Bertucci.
Bibliografia
AA.VV., Caligola. La trasgressione al potere, Gangemi editore
AA.VV., Sulle tracce di Caligola: Storie di grandi recuperi della Guardia di Finanza,Gangemi editore
AA.VV., Ai confini di Roma: Tesori archeologici dai musei della provincia, Gangemi editore
Sitografia
http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=151036&pagename=157031
CREMA DI ORTAGGI E GALLETTI
La Crema di ortaggi e galletti è un piatto in cui sono presenti oltre agli ortaggi, la frutta di stagione e i galletti, funghi molto diffusi nei boschi laziali.
La Crema di ortaggi e galletti non è un piatto tipico della tradizione laziale ma nella sua preparazione entrano il soffritto con il Guanciale Amatriciano PAT(prodotto Agroalimentare Tradizionale), ingrediente principe del “battuto” alla base di ogni saporita minestra della tradizione romana, e alcune eccellenze del Lazio.
I galletti, Cantarellus Cibarius la loro denominazione scientifica, nel Lazio vengono chiamati anche gallinacci, nel resto d’Italia sono più conosciuti come finferli. Bellissimi da vedere per il loro colore giallo oro o arancione accesso, sono ottimi da mangiare, molto apprezzati per la loro carne soda e compatta, leggermente fibrosa negli esemplari più grandi. I galletti crescono nei boschi del Lazio in particolare sotto ai castagni e alle querce e si possono trovare da inizio estate ad autunno inoltrato fino ad un’altitudine di 2.000 metri.
Ricordo che la classificazione dei funghi e la loro relativa commestibilità vanno affidate a personale specializzato degli enti sanitari competenti. Non bisogna consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità.
La crema di ortaggi e galletti, semplice e veloce da preparare, concentra tutti i sapori dell’autunno e l’aggiunta del soffritto col guanciale la rende più saporita e ricca, ecco la ricetta.
CREMA DI ORTAGGI CON GALLETTI
Procedimento
- Lavare tutte le verdure e la frutta; sbucciare le patate, raschiare la carota. Ridurre tutto in dadolata, tenendo da parte 1/2 cipolla, mettere in una pentola, coprire d’acqua e portare a cottura a fuoco basso. Nel frattempo cuocere in padella 1/4 di cipolla con il guanciale tritato e unirlo a fine cottura. Frullare con il minipimer e passare al colino.
- Pulire con attenzione i galletti eliminando il terriccio che si può trovare nelle lamelle e nella parte superiore, lavarli velocemente sotto l’acqua corrente (non lasciarli mai a mollo!), asciugarli e tagliare per il lungo quelli più grandi. In una padella scaldare 2 cucchiai di olio, aggiungere l’aglio e la rimanebte cipolla tritata e farla appassire; aggiungere i funghi, spadellarli per qualche minuto e sfumare con poco vino bianco.
- Versare in una fondina due mestoli di crema, adagiarvi sopra i funghi, condire con un filo di olio extra vergine di oliva, guarnire con un rametto di rosmarino e servire caldo.