La nociata è un tipico dolce natalizio del Lazio e dell’Umbria. Vi sono varie versioni dalle quali attingere. Io ho scelto quella semplice, che si prepara nella Sabina: solo 2 ingredienti, il miele e le noci che una volta sposati insieme vanno a riposare tra due foglie di alloro per raccoglierne tutto il profumo che riesce a sprigionare. Per questo motivo si consiglia di prepararla con qualche giorno d’anticipo, proprio per farne assorbire l’aroma.
Per tradizione la notte della Befana si usa uno scambio di regali: lei lascia qualcosa a noi nella calzetta appesa al camino, o sotto la cappa e noi lasciamo a lei un dolcetto… e un bicchierino.
E così la nociata l’ho preparata per lei… la gradisce sempre!
400 g di miele millefiori
600 g di noci
foglie di alloro fresche qb
Ingredienti per circa 30 rombi di nociata
Preparazione
Lavare le foglie di alloro e asciugarle.
Pestare le noci al mortaio.
In un tegame mettere a cuocere il miele fino a che acquista una colorazione dorato/rossastra. Aggiungere le noci e continuare la cottura ancora per qualche minuto.
Bagnare un tagliere con l’acqua fredda (se avete una tavola di marmo, è ancora meglio) e farci scivolare sopra la nociata. Con una spatola bagnata livellare a circa mezzo centimetro. Prima che si freddi del tutto tagliare a rombi. Una volta freddo trasferire ogni rombo tra due foglie di alloro e lasciare qualche giorno ad aromatizzare.
La befana vien di notte
Con le scarpe tutte rotte
Il vestito alla ciociara
Viva viva la befana!
La befana nella tradizione popolare
La Befana trae origine dalla trasformazione dei culti pagani precristiani fino a diventare nei secoli un personaggio saldamente legato alla tradizione popolare. Il nome potrebbe derivare dalla storpiatura del nome Epiphania. Fino alla fine dell’800 la festività veniva chiamata Pasqua Epifanìa perché fino a quel periodo a Roma si usava far precedere il termine “Pasqua” al nome delle feste di precetto. E poi diventò Pasqua Befanìa. La leggenda narra che la notte tra il 5 e il 6 gennaio i Re Magi si fermarono alla casa di una vecchietta per chiedere informazioni per raggiungere Betlemme. Invitarono anche lei ad andare a trovare Gesù Bambino. Ma ella si rifiutò. Pentitasi di non essere andata a omaggiare Gesù Bambino, ogni anno nella stessa notte si reca alla casa di tutti i bambini per portare a loro un dono. La tradizione invece ci riporta che la notte tra il 5 e il 6 gennaio i tre magi si recarono a Betlemme guidati da una stella cometa, per far visita Gesù Bambino, portando con loro i doni: oro incenso e mirra. Per emulazione, la tradizione romana tramanda che quella stessa notte una strega a cavallo di una scopa entri nelle case per riempire di doni le calze che i bambini hanno lasciato attaccate al camino e si fermi a ristorarsi con un dolcetto e una bevanda che si sono lasciati per lei. La Befana viene rappresentata come una vecchia strega dal naso adunco, vestita di cenci e a cavallo di una scopa. Appare solo dopo mezzanotte e in realtà non viene rappresentata come una strega cattiva, perché porta i doni. Anche se punisce chi è stato monello… con il carbone… che tanto è sempre un dolcetto! Buona Befana a tutti. E non dimenticate di lasciare un dolcetto, un vinello leggero e una luce accesa!
Celebre illustrazione di Bartolomeo Pinelli, in cui la befana è collocata tra le bancarelle a Piazza Navona che vendono dolcetti tipici nel periodo delle festività natalizie.